martedì 10 gennaio 2012

San Miniato - ALESSANDRO NICCOLI - 8 aprile 2012


1)Nessuna sciocchezza, complimenti delle idee Irene, che penso siano condivisibili e condivise da tutti. L’idea, di ripensare a servizi di locomozione più efficienti e/o alternativi, con più attenzione ai loro parcheggi e/o ripari, nella nostra realtà, dovrebbe essere valutata seriamente dall’Amm.ne; l’idea di un supervisore competente che coordini i più progetti penso sia vitale, e l’avevo proposta anch’io mesi fa; ora siamo in due, ma forse molti di più la pensano così, ecco qual è il senso della necessità che tutti parlino, è il senso della comunità, che forse stiamo ritrovando. 

Come dici, tutti i cittadini devono poter esprimere le loro idee, con importanti contributi e nuovo senso di partecipazione collettiva; mentre ritengo siano inaccettabili le prepotenze dei pochi che urlano senza ascoltare, e cercano di affossare le proposte facendo subdole guerre, ridicole mini-faide di quartiere, dove spesso “fieri” ci riescono, o così credono. Addirittura un amico mi ha detto che per aver firmato la petizione on-line sulla zona blu, che altro non è che una proposta-richiesta per uno studio globale, che certo, dovrà poi essere limato e perfezionato dagli amministratori, ha perso il saluto da alcuni amici negozianti. Vorrei ripetere ai negozianti che se vendono poco, tra un anno, così stando le cose, venderanno ancora meno. Se per le strade e nelle piazze non si danno più spazi per i pedoni, più spazi di incontro per i cittadini, giovani e anziani, in uno scambio di vedute e di tradizioni, per i bambini, i visitatori del giorno e della sera, non permettendo di passeggiare insieme, di incontrarsi la sera dopo studio e lavoro, di passare in bicicletta con dei bambini o con un passeggino, se non in fila indiana con l’odore degli scarichi delle auto nel naso, la situazione sarà sempre peggio, e lo vediamo; nessuno di noi passeggia per il centro lieto con amici. La movida del dopo cena sta crescendo, ma il passeggiare è impedito! Se un gruppo di amici che va a vedere uno spettacolo in zona Maioli, non trova un bar per un caffè (come si è verificato), o se in zona P.zza del Popolo, non si trova una scheda telefonica, non ci sono camminamenti, o non c’è una panchina, le persone si avviliscono e scelgono altre mete. Perché non dovremmo trattenere i turisti del dopo cena, con spazi e servizi? Ho letto di recente sui giornali di progetti per P.zza del Popolo, spero siano concreti e di veloce attuazione, prima che sia troppo tardi. La famosa via Francigena, va promossa sia offrendo un centro storico, degno di questa parola, buona cartellonistica, e UN FORTE LAVORO DI MARKETING, con un ottimo sito internet completo di piantine, indicazioni su siti artistici, storici, eventi culturali di zona (raggio 30 km.), mercati, indicazioni su parchi da visitare per bambini, nel raggio di 30 km, come il vicino parco archeologico, itinerari, percorsi, raccolta delle migliori fotografie del territorio, traduzioni (Inglese, tedesco, francese, Spagnolo fatte a dovere); sito che DEVE ESSERE BEN INDICIZZATO, laddove per indicizzazione non intendo farsi mangiare 10.000,00 Euro da una società che poi dopo un mese non fa più niente, ma intendo un semplice e costante lavoro giornaliero, operato con cura da giovani tecnici sanminiatesi (che potrà costare anche 3.000,00 Euro l’anno, ma dove i risultati si vedono solo con costante apporto di accorgimenti sul sito fatti per 20 minuti al giorno costantemente. Un sito efficiente sotto questo aspetto, sarebbe la nostra vetrina nel mondo, visibile anche dall’olandese che cerca Santiago e il suo cammino, come parola CHIAVE; non è immaginabile cosa potrebbe succedere a livello di turismo con un ottimo lavoro in tal senso!



2. A causa della ritrosia di pochi, a causa di atteggiamenti di chiusura di pochi, sopra descritti, la nostra San Miniato al Tedesco, città storica, è sempre piena di auto, in modo oggi anacronistico, priva di passaggi pedonali, panchine, tavolini all’esterno dei locali, vere fioriere “curate” MA PER DAVVERO, una fontana, priva del senso del tempo che si ferma, quel senso che il cittadino e il turista vuole vivere in un posto come questo . 

negli ultimi 30 anni San Miniato si è involuta in un paese quasi fantasma. Dico quasi, in quanto vedo degli ottimi segnali di ripresa e di ascolto da parte di molti e dell'amministrazione. Qualcosa si muove! C’è l’associazione Territorio-teatro, che fa corsi per bambini e adulti, che quest’anno ha dato ottimi risultati di frequenza, con il divertente e gioioso spettacolo finale del 31.3 che ha dato un magnifico colore agli occhi e ai sorrisi dei molti bambini presenti, rallegrando i 90 adulti presenti in una gioiosa e condivisa festa; questo è il senso di quell’aggregazione costruttiva, che potrebbe far esplodere la vita della e nella comunità. 
Ci sono nuovi negozi artigianali, una nuova enoteca e belle cartolerie, per cui questa è l’ultima occasione affinchè questi arditi imprenditori non se ne vadano come sovente è accaduto; questi artigiani e commercianti che credono nella nostra magnifica città medievale hanno bisogno della progettualità, competenze, aiuto comunale e cittadino, per non andare via, ma per vivere con dignità, senza considerare che ormai la loro funzione sociale, oltre a quella della farmacia e del “tabacchino”, è vitale per tutti noi. 
Non dimentichiamo neanche che siamo molto indietro rispetto ad altre realtà, e l’unica soluzione (secondo me! Ma sento di poter dire, che la cosa non possa non essere del tutto obiettiva) è valorizzare il centro storico per come è nato, centro di aggregazione, di scambi commerciali e culturali, di incontri, di vita, di gioie, di festa. 
Nella realtà di Montelupo i negozianti (che si capisce, come a S.Miniato avevano paura di subire contraccolpi, e di non poter pagare le bollette a fine mese, sottovalutando altri aspetti di sviluppo socio-culturale, che portano nuova vita e civiltà) hanno remato contro la chiusura di una parte del centro storico; ma una forte amministrazione ha valutato con lungimiranza il bene di tutti i cittadini, non ultimi gli stessi negozianti, i quali non possono bloccare per decenni lo sviluppo sociale di un paese, con arroganti individuali guerre e cadute di stile fatte di striscianti e subdoli complottini, come togliere il saluto ad un amico che esprime una oculata opinione, o fare una piazzata nel bel mezzo di una Consulta cittadina creando ad arte discussioni conflittuali, come in passato è successo o come far sparire dai propri banchi i fogli con le firme raccolte per la petizione San Miniato Centro Storico (a tal proposito, ricordo che oltre al cartaceo si può continuare a firmare on-line, trovando la petizione, inserendo su GOOGLE le parole chiave petizione-San miniato-centro storico); vorrei solo dire che ormai la coscienza e il buon senso collettivo sono più maturi, e i cittadini non ci cascano più, l’era dei giochetti è smascherata, come quella delle promesse! Cosa occorre per rilanciare una città storica come San Miniato ormai lo sanno tutti! Si tratta adesso di discutere di strumenti, mezzi, e modalità, ma il tempo per mettersi in pari comunque è poco! 
Chi rema contro, purtroppo, neanche sa e valuta i rischi di peggiori derive, non sa cosa sia il vivere un borgo, lo sviluppo civico e sociale, cosa voglia dire un ripopolamento di famiglie con bambini, con i conseguenti benefici.



3)A tal proposito, riporto qui di seguito una descrizione-riflessione dell’attuale Montelupo scritta da una sua cittadina Aglaia Viviani, intitolata: IL MIO PAESE

“Il comune di Montelupo è un posto meraviglioso dove vivere, e non a caso il sindaco è donna, una donna parecchio in gamba, Rossana Mori.
Si può quasi dimenticare in che condizioni versi la scuola pubblica, accompagnando i figli nell'Istituto Comprensivo modello di questo paese, dopo aver attraversato a piedi il centro storico pedonalizzato, un piccolo gioiello ad un tempo storico e moderno.
All'inizio Piazza dell'Unione Europea non mi piaceva; ora capisco che dietro alla sua costruzione stava la logica della comunità, del ritrovarsi: e infatti è sempre affollata di gente che parla, di ragazzi che giocano, di bambini che si rincorrono intorno al fontanello.
Ma la cosa che amo di più sono le passeggiate sugli argini dei fiumi, mantenuti in perfetto ordine e costantemente frequentati da montelupini assai fieri di vivere in questo paese ancora a misura d'uomo --ma soprattutto, di donna..!”
Questa breve energica lode ad un paese rinato e vivo come Montelupo, non è altro che un emblematico spunto e dimostrazione di quello che vorremmo anche noi, ma che impotenti non facciamo. Perché? Siamo forse vittime di un’unica strada che deve permettere in tutti i modi ai cittadini di trasferirsi da un lato ad un altro del crostone sanminiatese? Non ci siamo chiesti che se un cittadino viene a San Miniato da Sud, lo fa per fermarsi e viverla (certo occorrerà un nuovo parcheggio a sud, zona Finanza o zona Grifoni, in valle lo spazio c’è!), se un cittadino viene da nord a San Miniato, che ci viene a fare? Parcheggia al Cencione, si ferma e la vive (o vorrebbe) nell’incontro con gente, negozietti, ristorantini, calore, colore, in un tutt’uno di bellezze architettoniche, di servizi, ma anche di svago e vita (se ciò è possibile!)! Ma se un cittadino vi vuole transitare e basta, come nel 90% dei casi, per utilizzare il nostro centro storico come scorciatoia per non scendere dalla Catena o dalla Scala, dobbiamo pensare che se essi sono la maggioranza, la cosa è giusta? Abbiamo visto cosa ha fatto la maggioranza in politica? I costumi usati dai politici nei loro affari? Per il fatto che lo fa la maggioranza la cosa va ammessa? 
La mia breve riflessione vuole solo far pensare, ed essere spunto di analisi e non di divisione, che continuerebbe, altrimenti, a deprivare il territorio tutto (perché il centro storico è il luogo di incontro di tutti i borghi che vi stanno intorno), in un infinito aprire e chiudere di attività commerciali, per continuare a vedere un paese vuoto e invivibile, per il solo vantaggio dei cittadini che vi transitano velocemente con la loro automobile a 40 all’ora che dal Poggio di Cecio devono recarsi a Empoli o a Castello o viceversa dalle ville di Calenzano, o da zona Maioli devono recarsi a Ponte a Egola, comprando tutt’al più le sigarette o una bistecca, o ritirare la posta alla casella postale, con intralcio della strada e della vita dei cittadini, delle mamme, dei bambini, dei visitatori, dell’incontro. Il tutto in contrapposizione con il fiorire vero del commercio, degli scambi, delle idee, delle opportunità, delle proposte di lavoro e di lavoretti, di servizi, di crescita per i giovani e non. Questo è giusto per la vita del Borgo, per i suoi cittadini, che devono vedersi invasi il proprio territorio da auto sfreccianti e/o in sosta abusiva, senza poterlo vivere e senza una risposta per questo assurdo declino, e assurda mancata evoluzione, avvenuta invece in altri borghi; è giusto, per i suoi visitatori e per i turisti che toccano San Miniato? Che infatti non vi si trattengono? Ma soprattutto, è giusto per le ambizioni di San Miniato, e alla fin fine, è giusto per la sua economia?



4) Non dimentichiamo … che è sempre stato così, il centro di aggregazione medievale in cui viviamo è nato con queste logiche, nei centri commerciali non si scambia calore e idee, su internet si possono trovare delle opportunità di lavoro o di matrimonio, magari a 1000 km da noi, e rappresenta quel mondo virtuale, ove col curriculum non è possibile trasmettere il proprio temperamento, personalità e simpatia, lo spirito e il sorriso. L’altra metà del mondo, di fatto, è anch’essa virtuale, vuota e ci fa contenti, perché asettica; ma non esiste! Non è la realtà del nostro territorio , della nostra storia, del nostro spirito. Quella realtà di grandi e funzionali magazzini salva-tempo non è nostra, ma è la logica dei grandi investitori commerciali, da loro propinata alla gente del borgo, inculcataci con un pensiero indotto: “la realtà all’esterno della casa e del PC è relegata a faccende e commissioni da fare mordi e fuggi, parcheggio comodo all’Ipercoop, parcheggio di un minuto in sosta selvaggia a San Miniato, con inevitabile commento alle poste o al tabacchino: “questi vigili rompipalle stanno sempre ad aspettarti!”. Sorge una domanda spontanea? Siamo davvero diventati così superficiali, oltre incivili, AUTOMI-AUTOMATICI CONSUMATORI (O OGGETTI DI CONSUMO?) per volere nostro o di altri? Siamo sempre stati così, continuando addirittura a credere di pensare autonomamente? La vita di corsa non ci fa neanche riflettere sul bene per noi stessi, ed infatti continuiamo a credere e a votare i partiti tradizionali, che fanno da sempre quello che è emerso! Abbiamo forse bisogno in casa e in piazza di una freccetta che ci indica la parola: “buon senso”? 

Penso di no! Cerco però di ristabilire l’ordine di idee, che inevitabilmente dobbiamo ripensare con dirompente collettiva consapevolezza, a fronte della drammatica situazione politica a livello centrale, e svilente situazione economica a livello locale, per come ci ha ridotto il sistema nazionale dei partiti, a livello di concessione risorse, “ o concessioni” per ipermercati, che tutto sono, fuor che cittadelle del futuro a misura d’uomo, pensate per il cittadino-uomo. Tengo a precisare 2 cose basilari: 1) l’altra metà della realtà che sta fuori casa nostra e fuori dal mondo virtuale di internet, che dobbiamo rivalutare è bensì fatta di incontri, di sorrisi, si scambi di idee, di calore umano, di energia costruttiva, di quella che riempie il buon umore, che ti da la carica per alzarti la mattina con una nuova idea su cui lavorare, o perché no, per fare un lavoretto a casa di un conoscente incontrato in paese il giorno prima o indicato da un amico; 2) questa è la logica del borgo, della comunità, del passa-parola, della crescita collettiva. Il Borgo pensato in antichità, era pensato per questo, e noi lo abbiamo deprivato, automi che si credono felici, ma inconsapevoli prede di diverse e opportunistiche logiche di investimento.
A questo punto, non rimane che dire, ben vengano i piccoli Market, ma RIPENSIAMO SUBITO LA NOSTRA CITTA’! Ripensiamo la qualità della vita che può offrire! Ripensiamo di dover controllare SEMPRE le scelte politiche e i loro perché! Riappropriarci quindi, dei nostri territori, dei nostri spazi, dei luoghi di incontro, delle nostre tradizioni, fatte di piazze vivibili, di gente, di mercati, di artigiani, di laboratori, di arte, di assaggi di prodotti locali, quindi di scambi e allo stesso tempo, di svago e del buon vivere del nostro tempo libero! QUANDO? ORA e qui, nella nostra città da ripensare.

1 commento:

  1. quella "lode" a Montelupo....sarà mica una qualche forma di "conflitto di interessi"?

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