lunedì 2 gennaio 2012

San Miniato - Irene Campinoti - 26 marzo 2012

RIFLESSIONI

Penso che ogni cittadino dovrebbe poter dire la sua riguardo al proprio paese. Un tempo era più facile, ritrovarsi in giro era più naturale e le cosiddette chiacchiere da circolo o da mercato arrivavano dove dovevano.
Penso che dovremmo tener conto del pensiero di ogni categoria di cittadino, perché ognuno di loro è prezioso, anche se poi ci sono delle maggioranze e delle minoranze che faranno la differenza. Per quanto mi riguarda, qui, in questo momento della mia vita, posso dire la mia come una appartenente alla categoria “quasi quarantenne con famiglia, due figlie piccole e uno in arrivo”.
Mi ricordo che quando ero piccola, negli anni '80, San Miniato mi sembrava una metropoli, un brulichio di auto, autobus e persone. In San Miniato c'erano gli autobus grandi (adesso sembrano in difficoltà a passarci anche quelli piccoli dei “puffi”) e le auto venivano parcheggiate lungo tutte le vie, anche quelle dove adesso sembra impossibile passarci se ti incroci con due macchine in direzioni diverse. C'era tanta gente che andava a piedi e in bicicletta o anche in motorino, il giorno del mercato arrivavano dalle campagne partendo prestissimo, al levar del sole. E il mercato era attraente, variegato, vivo e utile. Le strade di San Miniato erano punteggiate di negozi, ogni passo c'era un posto dove entrare. Nessuno avrebbe mai sentito il bisogno di un supermercato.
Di quei tempi mi ricordo anche le feste: il carnevale, la festa degli aquiloni, la fiera, la sagra del tartufo... e il mercato del martedì (sì, anche quello era una festa, quando non c'era la scuola e si aspettava di settimana in settimana per poterci andare a fare un giro).

Ma rimpiangere il passato è inutile, essere anacronistici è stupido, perché l'evoluzione non si può arrestare e con essa il cambiamento delle cose. Dobbiamo adattarci e imparare a trovare soluzioni attuali. Se adesso San Miniato è un mezzo deserto, è perché probabilmente abbiamo peccato tutti di ingenuità: tutti entusiasti dell'evoluzione, del progresso, l'abbiamo vissuto evitando di guardare lontano, ma prendendo soltanto il meglio che ci offriva il presente.
Adesso è più difficile risistemare le cose, ma potremmo approfittare di questo periodo “nero” per prenderci una pausa e riflettere seriamente e GLOBALMENTE sulla rinascita della nostra città. Tengo molto a quel termine: globalmenteÈ inutile spezzettare le iniziative, non ci porterà mai a nulla. Bisogna spartirci i compiti, quello sicuramente, ma l'idea principe e l'obiettivo finale devono essere unici e supervisionati e diretti da un solo “individuo”.

Le mie riflessioni si sono basate sul concetto fondamentale che San Miniato si è svuotata, si è prosciugata delle cose più semplici, ma più utili e si è svuotata di persone, di giovani, di ragazzi e bambini... E se un paese diventa inutile a livello di servizi, se i suoi stessi abitanti lo abbandonano, non ci sarà bellezza naturale o architettonica abbastanza forte da farlo rivivere.

Le mie riflessioni:

  1. San Miniato è un paese in collina, attualmente accessibile quasi esclusivamente con un proprio automezzo (gli autobus sono quasi inesistenti e coprono tratte insufficienti).
    Se uno non ci deve andare, non ci va. Bisogna avere una motivazione grande per andarci, altrimenti resta fuori dai percorsi di tutti coloro che non abitano in centro.
    A volte sono andata da casa mia (zona Le Colline) fino in San Miniato in bicicletta. Superata la salita della Nunziatina (che si può fare a piedi) il tragitto non è lungo e nemmeno eccessivamente duro. I problemi sono che non ti puoi portare dietro due figlioli e quando arrivi in San Miniato non sai proprio dove lasciarla la bicicletta. Dove si parcheggiano le biciclette? Si fa tanto per scoraggiare le auto, ma non si dà nessun servizio per chi arriva con un mezzo “alternativo”. La bicicletta potrebbe essere un ottimo mezzo per chi può viaggiare da solo... ora ci sono anche le bici con la possibilità di inserire il motore per i tragitti più duri e disinserirlo quando sei in paese. La bicicletta è un mezzo ecologico e silenzioso e poco ingombrante che andrebbe rivalutato, valorizzato e incentivato, trovando il modo giusto, proprio, perché San Miniato è un paese in collina.
    Prima di tutto incentivare gli abitanti dei dintorni, puntare prima sui bambini, sui ragazzini (quando ero piccola ero contentissima di usare la mia bicicletta in maniera utile, cioè per raggiungere i posti dove volevo o dovevo andare) creando delle strade più sicure, naturalmente.
    Poi incentivare chi viene da fuori il fine settimana, creare dei punti di noleggio bici o motorini elettrici o mezzi piccoli ed ecologici adatti anche a famiglie. Creare dei percorsi da fare con questi mezzi alternativi e segnalare dei percorsi per le biciclette, indicando attentamente la loro difficoltà, la presenza di salite o discese.
    Così sarà più bello visitare San Miniato, facendo tappa presso tutte le bellezze storiche e artistiche che ci sono e in periodi come la primavera le visite si potranno protrarre anche verso le campagne vicine.
    Mi rendo conto che è difficile pensare di (ri)proporre un mezzo come la bicicletta in un paese difficile come San Miniato, ma prima di tutto confido nella tecnologia e quindi in mezzi che in qualche modo ricordano la bici (poco ingombro, maneggevolezza ed ecologia) e poi confido nel legame che questa può avere con il punto seguente delle mie riflessioni.
  2. Riportare i bambini e i ragazzi a San Miniato. Dove riesci a portare un bambino, riesci a costruire un mondo.
    Riportare bambini e ragazzi a San Miniato significa lavorare su due percorsi: quello di tutti i giorni e quello del fine settimana.
    Io sono convinta che San Miniato non possa attirare nessuno nel week-end se non attrae anche tutti i giorni, o perlomeno la sua attrazione rimarrebbe sporadica e insufficiente.
    Per questo motivo bisogna fare in modo che San Miniato torni ad essere una città “utile” e funzionale (la bellezza da sola regge poco).
    Fermo restando di mantenere tutte le scuole che ci sono e di riappropriarsi di “quelle perdute”...
    Bisognerebbe riuscire a creare un centro di aggregazione, sia per bambini che per adolescenti. Un luogo dove portare i bambini il pomeriggio e poterceli magari lasciare per qualche ora senza genitori (una struttura come Vocinsieme, ad esempio). Ma nello stesso posto, naturalmente diviso e con altre attrezzature e mezzi, un centro anche per i ragazzi, perché la voglia di stare insieme c'è, ma ho paura che ultimamente l'unico posto “facile” per farlo, sia soltanto quello virtuale (FaceBook).
    In centro abbiamo la fortuna di avere la biblioteca. Se si riuscisse a fare vicino (o sotto i chiostri... la butto lì, non lo so) un centro di aggregazione, sono sicura che San Miniato tornerebbe viva.
    E poi la biblioteca dovrebbe fare orario continuato. Adesso così com'è è ridicola! Come si fa a chiudere per tutto questo tempo? Uno che ci va per studiare (e non deve essere necessariamente uno studente) ha bisogno di starci molto di più, di gestirsi i tempi di studio in autonomia, e non in base all'orario di chiusura.
    Se bambini e ragazzi passeranno tanto tempo a San Miniato, sarà un beneficio anche per molte attività e molte altre potranno aprire. Pensiamo alla merenda, alla cosa da bere, al quaderno in cartoleria, al regalo per il compleanno dell'amico, al libro da comprare, alle scarpe nuove... E anche i genitori dei più piccoli, quando vengono a portarli o a riprenderli, ne potranno approfittare per fare acquisti, acquisti utili... e quindi ci vogliono negozi UTILI.
    In conseguenza a tutto questo, bisognerebbe che il paese fosse pronto ad accogliere questo target, sia durante la settimana, sia nei week-end di festa, con maggiori servizi, sia pubblici che privati. Orario continuato della biblioteca, degli uffici comunali, delle poste, aprire una nursery specialmente per le giornate di maggiore affluenza come le feste, dove allattare i bambini o cambiarli senza che prendano freddo, senza doversi arrangiare su una panchina, creare parcheggi per motorini e biciclette, un noleggio bici, una palestra decente (è troppo?).
  3. Bisogna creare quella motivazione grande perché la gente venga a San Miniato.
    È necessario che in San Miniato riaprano negozi utili, altrimenti nessuno ci verrà. Lo so che i negozi utili non possono aprire, perché hanno appena chiuso, dal momento che nessuno ci viene più, ma è proprio per questo che dobbiamo riportare gente a San Miniato (non solo durante il fine settimana) durante tutta la settimana e, a quel punto, essere pronti con i servizi e i negozi utili.
    Dobbiamo rivitalizzare il mercato del martedì. Adesso così com'è mi sembra inutile. Alle 8:30 la mattina ci sono ancora banchi che si stanno montando e alle 12 molti cominciano a smontare. A cosa serve un mercato così? Se vogliamo che chi vende venda e chi compra abbia modo di comprare, il mercato deve essere ampio, variegato e deve avere un orario fruibile dai cittadini. Chi è che ha la possibilità di frequentarlo dalle 8 alle 12? Forse qualche anziano. Ma tutti gli altri? Se una donna della mia età, con un lavoro e dei bambini piccoli volesse andare al mercato per fare la spesa settimanale di frutta e ortaggi, ad esempio(non per sfizio una volta ogni tanto) l'orario ideale sarebbe o la mattina prima delle 8 (cioè prima dell'entrata a scuola dei bambini) o il giorno durante la pausa pranzo (che potrebbe essere dalle 12:30 alle 13:30) e cioè esattamente negli orari in cui al mercato di San Miniato non si lavora.
    Dobbiamo creare degli eventi davvero attraenti per la città. Fermo restando la festa del Tartufo, la luna è azzurra, la festa degli aquiloni e fuochi sulla collina, il resto è puro mortorio.
    Bisogna inventarci delle nuove occasioni e farle diventare degli appuntamenti fissi ogni anno. Dobbiamo attirare giovani e meno giovani e sicuramente bambini. Bisogna creare giornate di musica, di sport, di laboratori per bambini per le vie della città, di concorsi fotografici o musicali (o chi più ne ha più ne metta). Divertimento, musica, food & drink. A questo possiamo associare manifestazioni floristiche, o di cibo o bevande, attirare standisti, a volte facendo cose a tema, e creare situazioni succulente anche per loro, in modo da giustificare il pagamento di una tassa un po' più alta del solito mercatino dell'antiquariato (così che il comune ne tragga beneficio e non debba rifarsi solo sui cittadini).
    Dovrebbe essere eletta una figura unica che si occupa dell'organizzazione e della coordinazione dei mercati e delle manifestazioni, naturalmente seguendo le proposte delle varie associazioni.

  1. Incentivare i residenti (con l'abbonamento gratuito ai parcheggi?) a possedere auto piccole, perlomeno là dove è possibile, almeno una su due (per le famiglie). Espandere il parcheggio del Cencione. Far diventare il parcheggio in piazza San Domenico, dalle 7 alle 20, un parcheggio per pochi minuti (massimo un quarto d'ora, gratuito con disco orario), perché chi si ferma lì, spesso, ha soltanto bisogno di fare un salto in farmacia o comprare il quotidiano o riportare un libro in biblioteca. Per chi ha bisogno di fare molte cose in San Miniato, deve essere efficiente il Cencione e il parcheggio di piazza Dante Alighieri.
  2. Fondamentale, poi, è creare un sito o un blog che diventi il punto di riferimento per tutte le iniziative che riguardano San Miniato. Che raccolga tutte le associazioni e che sia continuamente aggiornato, in modo che, di settimana in settimana, chiunque sappia che cosa può aspettarsi andando fino a San Miniato. È fondamentale creare questa cosa, perché, prima di tutto, oggi come oggi, nessuno si muove più da casa se non ha fatto un piano per la giornata e, secondo, a maggior ragione, per un luogo come San Miniato, da cui non si passa se non ci si deve passare, avere una vetrina raggiungibile da chiunque in qualunque momento è la cosa più importante.

Queste riflessioni, unite a quelle di chiunque altro, dovrebbero portare alla stesura di un progetto globale. Io credo soltanto in un progetto globale per la ripresa di San Miniato. I tanti e vari spot che appaiono e scompaiono, purtroppo, non servono a niente.
Naturalmente questo è soltanto il mio modesto punto di vista. Spesso, ne sono consapevole, tendo a diventare troppo idealista, per cui chi legge spero che mi perdoni le sciocchezze più grosse.

Irene Campinoti

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